Le malattie del Merlo Indiano: diagnosi e cura

Scritto da Debora Romano dott.sa Debora Romano nella categoria Uccelli
Le malattie del Merlo Indiano: diagnosi e cura

Per quanto siano assai numerose le malattie che possono insidiare la salute dei merli indiani, gli allevatori che si attengono alle giuste norme di conduzione - utilizzando contenitori spaziosi in ambiente idoneo, approntando diete razionali e bilanciate, mantenendo scrupolosa pulizia - difficilmente avranno occasione di lamentare stati patologici fra i merli indiani, che sono volatili robusti.

Aria, luce e sole, protezione da correnti d'aria e da umidità, possibilità di moto e regolari abluzioni costituiscono la migliore terapia preventiva per evitare le malattie.

Passiamo ora in rapida rassegna i malanni più comuni che possono affliggere i merli indiani in cattività, rimandando il lettore a opere specifiche per una completa trattazione dell'argomento non possibile in questa sede.

Acariasi delle zampe

V. Scabbia.

Acariasi deplumante

Sintomi: perdita di piume e penne che risultano rose alla base. Se dai margini della zona depiumata vengono strappate alcune piume, si scorgono su queste, al limite tra il calamo e la rachide, delle lamelle biancastre. I volatili accusano prurito.

È causata da un acaro microscopico che penetra nel calamo della piuma e la distrugge.

Si cura spruzzando o pennellando sulle piume un apposito insetticida specifico per l'impiego ornitologico e disinfestando contemporaneamente la gabbia, gli accessori e il locale. Le piume cadute vanno bruciate. Ai volatili si consenta di effettuare un bagno quotidiano in acqua a cui si sarà aggiunto un cucchiaio di lisoformio al 5%.

Acariasi provocata dall'acaro rosso

Sintomi: segni di malessere per la continua sottrazione di sangue a opera degli acari.

Responsabili della malattia sono minuscoli acari grigiastri che diventano rossi quando sono gonfi del sangue succhiato agli uccelli. Non sono facilmente individuabili sul piumaggio nero del merlo indiano perciò bisogna ispezionare regolarmente l'interno dei posatoi cavi.

Una volta accertata la loro presenza bisogna agire energicamente per cercare di eliminare questo diffuso parassita: battere i posatoi cavi per eliminare gli acari che vi si sono rifugiati; ripetere l'operazione per tre giorni e quindi bruciare i posatoi o disinfestarli con la massima cura. Nel contempo si provveda a effettuare un'energica disinfestazione con insetticida specifico da spruzzare anche sugli uccelli.

Si disinfesti con cura l'interno delle eventuali molle degli sportelli delle gabbie e ogni altro sito che possa servire da rifugio ai parassiti.

Scomparsi gli acari, si lavino con il petrolio accessori e gabbia, turando con gesso o stucco ogni eventuale fessura per distruggere le uova dei parassiti che fossero sfuggite alla disinfestazione.

Agli uccelli si consenta di fare giornalmente il bagno in acqua cui sia stato aggiunto un cucchiaio di lisoformio al 5%.

Anemia

Sintomi: becco e zampe scoloriti, piumaggio arruffato, mancanza di vivacità.

L'ambiente freddo, umido o poco luminoso e il vitto insufficiente possono determinare l'insorgere di questa malattia, dovuta all'impoverimento del sangue. Anche la presenza di acari dissanguatori può causarla.

Individuate ed eliminate le cause dell'insorgenza del male, ai merli sistemati in ambiente spazioso, caldo e luminoso, si somministri dell'acqua da bere con l'aggiunta di alcune gocce d'un preparato a base di vitamina B12 e di citrato di ferro, oppure di un ricostituente antianemico specifico cui si può abbinare la somministrazione, sempre nell'acqua di bevanda, di solfato di ferro.

Si mettano i malati in condizione di poter effettuare dei bagni di sole e si somministri loro una dieta in cui non manchino carne cruda magra, uova di formica ed eventuali prede vive, uovo sodo, spinaci, piselli freschi e carota grattugiata.

Artrite

Sintomi: zampe e giunture delle ali gonfie, indurite e dolenti. I movimenti sono spesso difficoltosi.

L'artrite è un'infiammazione delle articolazioni che può essere acuta o cronica. Insorge in seguito a permanenza in ambiente freddo e umido, per traumatismi o anche per l'azione di germi patogeni.

Non è facile da curare: i soggetti che ne sono affetti vanno sistemati in ambiente spazioso, soleggiato e asciutto. Occorre somministrare loro dell'urotropina e, se la stagione lo consente, ciliegie e pomodori maturi a volontà. Sulle parti dolenti si facciano spennellature con alcol in cui sono stati lasciati a bagno per tre giorni peperoncini rossi piccanti (5 peperoncini per decilitro d'alcol).

Nei casi più gravi si ricorra alla somministrazione di antibiotici o sulfamidici da aggiungere all'acqua da bere.

Candidosi

Sintomi: mucose della cavità orale e dell'esofago ricoperte di piccole placche di color bianco-giallastro o verdastro. Estendendosi formano una membrana di materiale poltiglioso facilmente staccabile dalla mucosa, che non appare danneggiata. I volatili perdono vivacità, mangiano poco e hanno difficoltà nella deglutizione. Tendono a restare appallottolati a occhi semichiusi sul fondo della gabbia, spesso scuotono la testa, dimagriscono rapidamente e presentano anche respirazione faticosa e diarrea.

Causato da un fungo microscopico questo male (detto anche oidiomicosi, stomatite cremosa, mughetto o moniliasi) se si estende può causare il decesso per asfissia, intossicazione o denutrizione, ma se si cura prontamente vi sono notevoli probabilità di guarigione.

Innanzi tutto asportare le placche con l'ausilio d'una pinzetta e con la massima delicatezza; quindi spennellare due volte al giorno sulle mucose orali una miscela di venti parti di glicerina e una di tintura di iodio, facendo attenzione che il liquido non coli in gola. Se non si interviene proprio agli inizi, conviene sostituire all'acqua da bere una soluzione di sublimato corrosivo all'uno per mille.

Sono assolutamente necessarie accurate disinfezioni per evitare il rischio di recidive.

Catarro

Sintomi: i malati presentano piumaggio arruffato e respirazione difficoltosa, fischiante e rantolosa; non emettono versi e sovente dalle nari fuoriesce la secrezione catarrale, che indurendosi le ostruisce. Eventuale stato febbrile.

Interessa le vie respiratorie e in particolare i bronchi. Se le nari sono ostruite bisogna liberarle dalle incrostazioni lavandole con acqua borica tiepida. I volatili vanno tenuti al caldo e l'acqua da bere va sostituita con un decotto curativo da prepararsi facendo bollire in un quarto di litro d'acqua 5 grammi di gemme di pino o di abete o 10 grammi di radice d'altea. Nel decotto si potrà sciogliere un po' di miele.

Catarro gastrico

Sintomi: regione dello stomaco gonfia e ventre infiammato; evacuazione stentata e abbondante, con feci giallo-verdastre semiliquide.

Il catarro gastrico è originato da cibi troppo sostanziosi o da catarro bronchiale non curato; richiede la sostituzione dell'acqua da bere con un decotto di lattuga o di malva, con l'aggiunta di qualche goccia di succo di limone.

Bisogna naturalmente somministrare ai malati una dieta appropriata e leggera.

Catarro oculare

Sintomi: negli occhi infiammati si nota la presenza d'una sostanza giallastra o biancastra di consistenza gelatinosa.

Si cura lavando gli occhi mattina e sera con acqua borica tiepida o con un cucchiaio d'acqua bollita, tiepida, a cui siano state aggiunte due gocce di succo di limone.

Deplumazione

Sintomi: perdita continuata di piccole quantità di piume che si riformano oppure che danno origine a zone di pelle nuda.

La caduta di piume fuori stagione di muta può essere dovuta a molteplici cause: errata alimentazione, locali inidonei perché troppo umidi o troppo caldi e secchi o con aria viziata, raffreddamenti causati da forti correnti d'aria, cambiamenti d'alloggio con temperature assai diverse, infestazioni parassitarle, mancanza di sole.

I soggetti colpiti da falsa muta vanno collocati dentro voliere o gabbioni dove possano volare, in locali igienici, ariosi, soleggiati e ben riparati dall'umido, dal freddo e dal caldo eccessivi. Devono essere alimentati nel modo più razionale, con l'aggiunta di un apposito ricostituente a base di vitamine del gruppo B. Fare attenzione a non confondere la falsa muta con l'acariasi deplumante.

Dissenteria

Sintomi: ano e zone circostanti infiammati, feci semiliquide di color giallo-verdastro.

Questo complesso morboso che si manifesta con la diarrea può essere causato da infreddature, alimenti guasti, verdure bagnate, ambienti sudici e malamente aerati. Bisogna innanzi tutto eliminare le cause che possono aver dato luogo all'indisposizione intestinale, mantenendo gli animali in ambienti igienici e sottoponendoli a una dieta razionale e vitaminica ma limitata ad alcuni cibi.

Durante la cura vanno eliminate le verdure; si diano riso cotto, mele e, se la stagione lo consente, uva e kaki ben maturi. Qualora le feci si presentassero sanguinolente, sostituire all'acqua da bere un decotto ottenuto facendo bollire per dieci minuti in mezzo litro d'acqua cinque grammi di radici di pungitopo (Cacus aculeatus). È utile un aumento della temperatura ambiente.

Se il giorno successivo alla cura la defecazione diarroica persiste, somministrare uno degli appositi preparati in commercio oppure una sostanza ad azione astringente come il magistero di bismuto (una puntina di coltello miscelata al cibo). Se nonostante tutto l'evacuazione diarroica non cessa nel giro di qualche giorno, fare ricorso all'impiego d'uno specifico preparato a base di sulfamidici e di antibiotici per uso veterinario, accompagnando la cura e facendola seguire da una opportuna somministrazione di vitamine. A guarigione ottenuta si prenda l'abitudine di aggiungere giornalmente all'acqua da bere alcune gocce di succo di limone.

Enterite

Sintomi: perdita di vivacità, sonnolenza, ventre gonfio e arrossato, forte sete e inappetenza; evacuazione diarroica ma stentata, accompagnata da ripetuti colpi di coda; feci punteggiate di bianco e nero oppure verdastro-giallognole, a volte sanguinolente. Nei casi più gravi si ha rapido dimagrimento con violenta dissenteria e morte nel giro di qualche giorno.

I volatili affetti da infiammazione intestinale vanno collocati in ambiente a temperatura costante e più alta del normale. Dieta leggera: riso bollito, mela, e come verdura solo cicoria ben lavata e perfettamente asciutta; se la stagione lo consente, uva a volontà. Eliminare le uova e i cibi grassi. Sostituire all'acqua da bere una soluzione ottenuta aggiungendo 20 grammi di solfato di ferro a mezzo litro d'acqua. Se l'evacuazione è molto stentata, li si può purgare con alcune gocce di olio di ricino somministrate nel becco con un contagocce di plastica.

Nei casi di enterite grave bisogna somministrare antibiotici a largo spettro (cloramfenicolo e tetraciclina) e sulfamidici integrandoli con composti vitaminici, sentito però il parere del veterinario.

Ferite

Le ferite di piccola entità guariscono quasi sempre da sole e raramente danno luogo a suppurazione, il che non toglie

l'opportunità d'una disinfezione. Le ferite più gravi possono avere come complicanze ascessi, necrosi, cancrena ecc. La parte lesa va accuratamente e delicatamente pulita con un batuffolo d'ovatta imbevuto d'acqua ossigenata. Eventualmente si applichi sulla ferita un preparato antibiotico in polvere o in pomata (nel caso della pomata fare attenzione a non imbrattare le piume). È bene provvedere all'isolamento del soggetto ferito.

Infiammazione degli occhi

Sintomi: evidente stato infiammatorio, cui può seguire lacrimazione e scolo siero-purulento.

Se trascurata può portare alla cecità; può insorgere per cause patologiche o può essere determinata da penetrazione di corpi estranei, da correnti d'aria o, spesso, anche da lesioni di natura traumatica.

Isolare il malato in penombra e nei casi meno gravi lavare gli occhi con acqua borica tiepida (si ottiene sciogliendo in un litro d'acqua bollita 30 grammi di acido borico acquistabile in farmacia). Ai lavaggi alternare la bagnatura con una goccia di collirio (un paio di trattamenti al giorno sono sufficienti); se l'infiammazione appare seria fare uso d'un collirio antibiotico. Se l'occhio appare semichiuso a causa della palpebra tumefatta e nella zona perioculare si verifica deplumazione, spalmare intorno all'occhio una pomata oftalmica antibiotica.

Infiammazione delle orecchie

Sintomi: il volatile porta costantemente o di tanto in tanto la testa di lato, ritorta sul collo, tanto che a volte il becco si trova addirittura perpendicolare al fianco.

Può essere dovuta a infezione oppure a un'irritazione provocata dalla presenza di parassiti. La cura è basata sull'instillazione nell'orecchio d'una goccia di collirio antibiotico o di glicerina iodata, oppure di glicerina fenica, per evitare, nei casi più gravi, il rischio di possibile sordità.

Infiammazione delle zampe

Sintomi: zampe gonfie.

Da non confondersi con l'acariasi delle zampe di cui si parla alla voce Scabbia. Quando non è un sintomo dell'artrite, l'infiammazione delle zampe è dovuta in genere a incrostazioni di sporcizia, da eliminare previo ammorbidimento in acqua tiepida; ungere quindi le zampe con un'apposita pomata ed evitare con la pulizia il riformarsi delle incrostazioni di sudiciume.

Obesità

Sintomi: abnorme, evidente accumulo di adipe.

È determinata da mancanza di moto e da regime alimentare troppo sostanzioso. I merli indiani affetti da obesità vedono ridotte notevolmente o annullate del tutto le capacità mimiche. La collocazione in voliera, o quanto meno in uno spazioso gabbione in ambiente arioso e soleggiato, e un regime alimentare appropriato eliminano l'inconveniente e ne prevengono l'insorgenza.

Raucedine

Sintomi: riduzione o annullamento delle capacità vocali, con eventuali raschiamenti di gola e piccoli colpi di tosse.

È un malanno molto grave per un volatile "parlatore" come il merlo indiano. Può essere causato da sbalzi di temperatura, correnti d'aria, acqua di bevanda troppo fredda. La raucedine può essere temporanea o cronica: quella cronica è in genere incurabile.

Isolare il malato in ambiente a temperatura costante, tranquillo e in penombra. All'acqua da bere si sostituisce per qualche giorno un decotto d'orzo o camomilla in cui sia stato sciolto un po' di miele. Somministrare mela a volontà, nonché datteri e fichi secchi.

Scabbia

Sintomi: zampe con croste rugose grigiastre, internamente alveolate.

Si tratta di una dermatosi parassitarla molto contagiosa che può colpire anche l'uomo. È dovuta a un artropode, l'acaro Sarcoptes scabiei, la cui femmina scava nello strato corneo della cute, in particular modo sulle zampe, dei cunicoli nei quali depone le proprie numerose uova.

Ciò provoca una reazione infiammatoria, e c'è anche il rischio di complicazioni per sovrapposizione batterica. Se la malattia è trascurata, le croste che si formano in seguito all'azione di questi parassiti possono estendersi ai tarsi, a tutta la gamba e fino alla zona anale e alare, determinando la progressiva deformazione degli arti e alla lunga addirittura la morte del volatile.

Intervenendo prontamente la scabbia, o rogna, si cura e si guarisce con l'applicazione continuata di olio di paraffina pura o di un'apposita pomata. Dopo alcuni giorni di applicazioni, le eventuali croste risulteranno ammorbidite e potranno essere staccate con la debita delicatezza.

Il trattamento, da proseguire sino a completa guarigione, va accompagnato con la somministrazione d'un composto vitaminico ricco soprattutto di vitamina A, e con l'effettuazione d'una energica disinfestazione della gabbia e del locale per evitare il diffondersi del male.

Il miglior sistema per prevenire la scabbia consiste nel curare con la massima scrupolosità la pulizia della gabbia e dell'ambiente in cui è collocata.

Stipsi

È rara in volatili come i merli indiani che si nutrono principalmente di frutta. Se insorge, significa che il regime alimentare è sbagliato e che pertanto bisogna modificarlo seguendo le norme che abbiamo illustrato nella relativa sezione.

Per facilitare il ripristino delle normali funzioni intestinali si può sostituire per alcuni giorni all'acqua da bere una soluzione di sale inglese (un grammo per litro d'acqua).

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Debora Romano dott.sa Debora Romano

Debora Romano ha una laurea in biotecnologie veterinarie e si è specializzata nella stesura di articoli scientifici sugli animali da oltre dieci anni. È esperta in report scientifici, analisi dei dati e ricerca scientifica.

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