Perché i gatti atterrano sempre di piedi?

Scritto da Barbara Lombardi dott.ssa Barbara Lombardi nella categoria Gatti
Perché i gatti atterrano sempre di piedi?

Se possedete un gatto o avete passato molto tempo intorno ai gatti, avrete probabilmente notato un fenomeno che è virtualmente unico dei nostri amici felini: quando un gatto scivola o cade da un tavolo o qualcosa a un livello più altro, atterra quasi sempre di piedi, piuttosto che in qualsiasi altra posizione, e ne esce sempre senza danni, anche dopo una caduta piuttosto brutta.

Questo tratto è così conosciuto e riconosciuto, che gli amanti dei gatti non ci pensano nemmeno due volte o lo attribuiscono a dei riflessi veloci e alla fortuna. Questo fenomeno però è stato molto studiato e compreso a un livello scientifico, ed è particolarmente interessante da capire!

In quest’articolo, osserveremo questo fenomeno, che è chiamato “il riflesso verticale” e spiega come e perché succede e cosa significa per i gatti. Continuate a leggere per capire perché i gatti tendono sempre a cadere di piedi!

Cos’è il riflesso verticale di un gatto?

Il termine “riflesso verticale” si riferisce a un riflesso complesso ma istintivo e innato del gatto, che permette loro di orientarsi durante una caduta, al fine di atterrare sulle loro quattro zampe, così riducendo le possibilità di danno. Questo fenomeno è dovuto alla spina dorsale particolarmente flessibile del gatto e alla loro mancanza di clavicole. Non è una reazione presente sin dalla nascita, ma inizia a svilupparsi dopo la terza o quarta settimana di vita ed è completamente funzionale dopo la settima settimana.

Perché il riflesso funzioni, l’altezza della caduta deve essere di almeno mezzo metro da terra (o da una superficie piana), al fine che il gatto abbia abbastanza tempo per correggere il suo orientamento. Sebbene la coda del gatto sia parte integrante nella maggioranza dei movimenti di precisione e nell’equilibrio, non gioca invece un ruolo maggiore nel riflesso verticale, perciò possono farlo anche gatti senza coda, come i Manx, o altri gatti che ne sono nati senza o l’hanno persa per delle lesioni.

Come funziona il riflesso verticale?

L’intero processo di una caduta improvvisa e del riflesso verticale avviene in un modo incredibilmente veloce e istintivo. Prima di tutto, sia grazie all’apparato vestibolare, che è la parte che crea l’equilibrio e la coordinazione, sia visualmente, il gatto è in grado di determinare come si trova e come dovrebbe trovarsi. Una volta che questa informazione è fornita al cervello, i gatti possono girarsi in aria per porsi a pancia in giù, così che le loro zampe siano la prima cosa che tocca per terra.

Questo succede in diversi stadi, e cioè prima il corpo si piega a metà, così che la metà frontale del gatto si ruoti su un asse diverso dalla metà posteriore. Poi, il gatto piega le gambe anteriori per ridurre l’inerzia della parte frontale, frazionandole per estendere le gambe posteriori e aumentare l’inerzia posteriore del suo corpo per potersi ruotare in avanti ancora di più, mentre il retro del corpo si corregge nella direzione opposta.

Dunque, le gambe anteriori si estendono e il posteriore si piega, così che la metà posteriore completi la rotazione necessaria, mentre la parte frontale la corregge. Tutto questo processo può durare meno di un secondo, ruotando in mezzo all’aria di anche 180 gradi!

Altri fattori che aiutano i gatti a non ferirsi quando cadono

Così come lo stesso riflesso verticale, c’è una varietà di altri fattori che entrano in gioco, facendo lavoro di squadra affinché il gatto non si faccia male nella caduta, mentre altri animali, come il cane, avrebbero molto probabilmente delle lesioni. Tra questi fattori troviamo la leggerezza delle ossa del gatto, la loro piccola taglia, e anche il loro pelo, che aiuta a far diminuire la velocità di caduta offrendo una resistenza all’aria di una sola frazione.

I gatti possono anche raggiungere la velocità terminale (quel momento di una caduta in cui si raggiunge la massima accelerazione verso la terra e dunque non si può diventare più veloci) a circa 96km/h, mentre le persone la raggiungono intorno ai 210km/h. Quando un gatto raggiunge questa velocità in una caduta, rilassa il suo corpo, il che in qualche modo riduce l’impatto in confronto ad una caduta con gli arti tesi.

La sindrome dell’alta salita

Val la pena menzionare un altro fenomeno interessante unico nei gatti e che si collega con il riflesso verticale: la sindrome dell’alta salita. Questa sindrome si riferisce agli incidenti in cui un gatto cade da un’altezza significativa, usualmente sopra i 9 metri da terra o intorno ai due piani di altezza.

Uno studio sul tasso di sopravvivenza dei gatti caduti da un’altezza tra i 2 e 32 piani di altezza ha dimostrato un tasso di recupero del 90% dopo la cura, e, in un studio posteriore, si è dimostrato che un gatto che cade da un’altezza superiore ai 6 pieni sopravvive esponenzialmente con più probabilità e con meno lesione di uno che cade da un’altezza sotto i 6 piani, il che, detta così, ha davvero poco senso!

La spiegazione più comunemente accettata per questo è che un gatto raggiunge la velocità terminale in una caduta dopo i 5 o 6 piani, e quando la raggiunge e l’accelerazione si ferma, il riflesso vestibolare e altri sensi del gatto possono aiutarlo ad orientarsi per non sentire più la sensazione di caduta, così che il corpo di rilassa, causando dunque meno danni.

Ad ogni modo, un altro elemento che è stato considerato come parte di questa spiegazione è che più è alta l’altezza della caduta di un gatto, più seriamente i padroni vedranno l’accaduto e, così, è più probabilmente che portino il gatto dal veterinario per un controllo di lesioni interne. Questo aumenta in grandi quantità la probabilità di una diagnosi condotta nei primi tempi e dunque la possibilità di cura immediata.

Barbara Lombardi dott.ssa Barbara Lombardi

Barbara Lombardi è una veterinaria nonché scrittrice freelance specializzata sul tema della salute e del benessere degli animali domestici. Amante appassionato di cani e gatti, Barbara ha una grande esperienza nella scrittura di articoli sulla cura dei nostri amici animali.

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