Un gatto nero è veramente nero? Scopriamo di più sul manto nero del gatto

Scritto da Barbara Lombardi dott.ssa Barbara Lombardi nella categoria Gatti - 1 commento
Un gatto nero è veramente nero? Scopriamo di più sul manto nero del gatto

I gatti neri tendono a canalizzare le opinioni delle persone, con i rimandi storici alla diffidenza e alla superstizione tutt'oggi molto presenti ed evidentemente molto difficili da rimuovere dall'opinione comune. Questo è molto spiacevole, dato che la superstizione spesso fa prendere decisioni relative anche all'adozione del proprio animale domestico. I gatti neri sono generalmente molto amichevoli, affettuosi ed estremamente affascinanti.

Tuttavia quando si tratta di definire gli elementi peculiari del gatto nero, proprio quest'ultimo aspetto talvolta può essere differente dall'apparenza.

In questo articolo daremo un'occhiata alla genetica che si cela dietro al colore del manto dei gatti neri, alle variazioni di colore e al loro significato, rispondendo alla domanda “Quando un gatto nero, in realtà, non è un gatto nero?”. Continuate a leggere per saperne di più

La genetica del manto nero

Il colore del manto di un gatto si relaziona al codice genetico e ai geni che costituiscono questo aspetto, ovvero gli alleli. Quelli responsabili del pelo nero sono conosciuti come specie “B” (Grande B), mentre le varianti sono note come “b” (Piccola b), capaci di portare il risultato finale a un colore correlato come il marrone cioccolato.

Il grande allele “B” è dominante su tutte le altre varianti del piccolo gene “b”, dunque, se un gatto eredita anche solo un grande gene B da uno dei genitori, sarà predominante su qualsiasi altro gene “b”, procurando un manto nero.

Per questo motivo il nero è uno dei colori più comuni tra i gatti, stessa causa che comporta un numero molto elevato di gattini provenienti da genitori misti che, una volta nati, risultano essere neri: ciò è dovuto al predominio del gene B.

Tuttavia anche se questo potrebbe sembrare chiaro e semplice da comprendere, c'è un'eccezione a questa regola del “B predominante”. Questo gene, infatti, riesce a imporsi solo sui piccoli geni b recessivi originari dal nero, ma non sovrascrive gli altri geni di altri colori.

Il gene che domina sul colore del pelo del gatto e quello che ignora praticamente tutte le altre varianti di colore è l'aguti o lo striato, motivo per cui la maggioranza dei gatti, in Italia, sono, per l'appunto, striati interamente o parzialmente.

Ciò significa che affinché un gatto sia veramente nero, anziché striato a base nera, dovrà ereditare il grande gene B, senza il corrispondente gene dominante per lo striato o l'aguti, anziché ereditare un gene striato recessivo, altrimenti risulterà striato.

Quando un gatto nero non è davvero nero?

Se quanto detto fino ad ora sembra un po' complicato, è assolutamente comprensibile. Tuttavia potrebbe essere indicato leggere tutto quanto un paio di volte finché non si è certi di aver compreso questo principio di base che aiuterà nella fase successiva del colore e dei processi genetici che interessano il manto nero: quando un gatto nero non è davvero nero?

La risposta è quando il manto sembra nero, ma in realtà di base troviamo un motivo tigrato o aguti sottostante. Alcune volte si possono notare delicati segni che indicano la presenza di una base tigrata sui gattini neri o in quelli adulti che spendono molto tempo fuori al sole che, specialmente in estate, tende a schiarire loro la pelliccia.

Ciò succede se il gatto in questione possiede il gene B dominante per risultare di colore nero, ma, al contempo, il gene corrispondente dello striato o del color aguti non è totalmente represso, finendo per ombreggiare il nero di conseguenza.

La pelliccia nera può cambiare nel tempo

Mentre le basi per il colore nero in un gatto sono dovute alla presenza del grande gene B o dello striato nero con un gene aguti non completamente recesso, i gatti neri possono cambiare colore nel tempo.

Ovviamente molti gatti inizieranno a sviluppare un manto grigiastro man mano che l'età avanzerà, anche se qualche esemplare possiede già qualche macchia bianca sul petto o sul collo alla nascita. Al di là di questo il gatto, anche se puramente nero, potrebbe sviluppare un manto dall'effetto sale e pepe man mano che cresce.

Sfumature rosse o color ruggine nel manto nero possono indicare un problema

Oltre a qualche capello bianco portato dall'età, i gatti neri che passano molto tempo al sole, proprio come le persone, tenderanno a schiarirsi. Sui gatti neri la cosa si manifesterà con degli aloni rossastri o color castagna alle estremità della pelliccia, pronti a tornare perfettamente neri nei mesi più freddi dell'anno.

Tuttavia l'ombreggiatura color ruggine, in un mantello, può verificarsi anche a causa del deficit di un enzima essenziale chiamato tirosina, importante per la creazione della pigmentazione nera. Questo stesso enzima è una parziale ragione della colorazione albina, dato che interferisce con la produzione di melanina della pelle e del pelo.

Se il gatto non sta producendo abbastanza tirosina, potrà dimostrarlo con variazioni nel colore del pelo che potrebbe divenire color cioccolato o ruggine, senza tornare nero come in origine durante l'inverno: in questo caso sarà importante portarlo dal veterinario per un controllo. Se il gatto ha uno squilibrio enzimatico, potrebbe andare in contro ad altri problemi, la soluzione più semplice sarà l'assunzione di integratori adeguati.

Barbara Lombardi dott.ssa Barbara Lombardi

Barbara Lombardi è una veterinaria nonché scrittrice freelance specializzata sul tema della salute e del benessere degli animali domestici. Amante appassionato di cani e gatti, Barbara ha una grande esperienza nella scrittura di articoli sulla cura dei nostri amici animali.

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1 Commento
  1. Donatella

    Domani per prima volta prenderò una gattina dal manto nero, quella del cambiamento del colore con l'età è stata una novità che ignoravo completamente Ne terrò conto con il tempo Grazie
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