La Top 10 dei supplementi per cani e gatti: funzionano davvero?

Scritto da Barbara Lombardi dott.ssa Barbara Lombardi nella categoria Cani
La Top 10 dei supplementi per cani e gatti: funzionano davvero?

È stato scritto molto riguardo al business di integratori della dieta, un'industria che in America è multimiliardaria e gode di connessioni politiche potenti.

Altro tema largamente discusso è l'inadeguatezza di regolamentazioni efficienti, che al giorno d'oggi invece permettono la diffusione di mercati di integratori senza solide basi o studi scientifici alle spalle.

Il mercato degli integratori ad uso veterinario è un'inezia in confronto al mercato ad uso umano, ma si parla comunque di un'inezia che vale già miliardi di dollari ed è in forte crescita. Sfortunatamente, le risorse disponibili per compiere ricerche di buona qualità nell'assistenza sanitaria veterinaria sono anch'esse misere, e non è raro che siano proprio i nostri animali domestici a soffrire, o addirittura ad essere soppressi, come risultato di malattie che sarebbero trattabili, ma per cui mancano i soldi che potrebbero pagare le cure necessarie. E di conseguenza quel miliardo di dollari all'anno spesi per integratori nutrizionali negli Stati Uniti potrebbero non essere così giustificabili, specialmente se questi prodotti non prevengono né curano efficacemente le malattie.

La varietà di supplementi disponibile è sconcertante. Molti miscugli si definiscono proprietari di vitamine, minerali, erbe e altri sedicenti ingredienti capaci di mantenere la salute, potenziare il sistema immunitario, ritardare l'invecchiamento o trattare malattie specifiche. Una recensione comprensiva di tutta questa moltitudine di prodotti è impossibile. Ma sono solo alcuni quelli che vengono lodati continuamente, e questi saranno il focus di questa analisi. Molti degli ingredienti contenuti in essi si trovano anche nei più popolari integratori per esseri umani, quindi ci sarà una sostanziale sovrapposizione con precedenti studi riguardo alla plausibilità e alle prove scientifiche favorevoli all'uso di tali sostanze.

Glucosamina

Il nome più famoso nel mondo degli integratori a scopo veterinario è di gran lunga la glucosamina. Può essere venduta da sola o in combinazione con la condroitina, col metilsulfonilmetano, con estratti di polvere di cozze verdi e un milione di altri ingredienti. È vendibile come prodotto da banco, attraverso i veterinari e come additivo nei cibi per animali disponibili in commercio. È anche largamente creduto dai padroni di animali e dai veterinari che esso sia un trattamento efficace contro le artriti ossee.

È stata ampliamente discussa l'efficacia della glucosamina contro le artriti degli esseri umani. Ci sono alcune ragionevoli verosimiglianze che supportano questa teoria, ma decadi di test clinici hanno fallito nel trovare dei benefici consistenti, e il bilancio tra le prove prodotte suggerisce con forza che non sia migliore di un placebo nel trattare le artriti umane. Data la natura soggettiva del dolore e la moltitudine di interventi biologicamente inerti che possono influenzare la percezione delle persone rispetto al proprio disagio, l'effetto placebo potrebbe avere un valore marginale per gli esseri umani, ma lo stesso tipo di psicologia non si applica a cani e gatti, anche se in alcuni casi ha effetto sui loro padroni.

Esistono davvero poche ricerche cliniche sulla glucosamina come trattamento per artriti in cani e gatti. Ricercando tra i recenti studi clinici, sono solo due quelli sui cani. Uno non ha riscontrato nessun beneficio derivante dall'uso di glucosamina e l'altro, che aveva una pianificazione più debole, ha mostrato qualche giovamento. Entrambi hanno inoltre provato benefici molto maggiori e più prevedibili dalla terapia antinfiammatoria non steroidea (NSAID), il che rappresenta un considerevole fallimento nella ricerca clinica sulla glucosamina.

Siccome i gatti hanno una bassa tolleranza agli NSAID, è di particolare interesse l'utilizzo delle glucosamine e altri alimenti funzionali nel trattamento di artriti ossee feline. Ciononostante, non sono al momento disponibili studi clinici che comprovino questo tipo di integratore come trattamento per i gatti. La ricerca che più vi si avvicina è quella di una dieta contenete glucosamina, condroitina e un numero di altri integratori, che rivendicano benefici nel gestire l'artrite. In sintesi, però, non sussistevano consistenti differenze tra la dieta sperimentata e la dieta di controllo, anche riguardo soggettive misure di comfort, e nessuna differenza oggettiva nelle misura delle due attività. E, oltretutto, il ruolo della glucosamina sarebbe impossibile da determinare in uno studio che comprendesse anche la somministrazione di molti altri ingredienti.

La glucosamina è inoltre venduta sul mercato come trattamento contro le cistiti interstiziali feline, un'infiammazione disagevole e potenzialmente molto seria e cronica a carico della vescica. Tuttavia, l'unico test clinico con lo scopo di investigare su questa possibile connessione non ha riscontrato dei benefici comprovati.

Olio di pesce

Olio di pesce

Dopo la glucosamina, uno degli integratori per animali domestici più famosi è l'olio di pesce. Negli umani, l'uso più comune di questo integratore è di diminuire il livello di lipidi nel sangue e di prevenire le malattie cardiovascolari. Ci sono alcune controversie riguardo a quante di queste componenti siano effettivamente utili per ogni condizione specifica, e se mangiare pesce sia meglio o meno che assumere integratori di olio di pesce, ma in generale sussistono buoni riscontri di alcuni benefici nella prevenzione di malattie cardiovascolari.

Gatti e cani non hanno problemi come gli umani riguardo arteriosclerosi o malattie cardiovascolari, quindi queste non sono un valido motivo per utilizzare l'olio di pesce. Invece, questo integratore è più comunemente usato nel trattamento di allergie cutanee. Un articolo del 2010 (pdf) che riassumeva i vari approcci e i relativi risultati nel trattamento delle allergie cutanee canine concluse che esistevano alcune prove che gli integratori di olio di pesce migliorassero la qualità del manto e riducessero il dosaggio delle medicine steroidee necessarie per controllare il prurito. Tuttavia, questi effetti sono marginali e non abbastanza rilevanti da giustificarne la sostituzione con altre terapie. Non ci sono inoltre prove che supportino l'uso di qualsiasi dose o formulazione specifica di olio di pesce come migliore rispetto ad un'altra.

L'altro uso comune dell'olio di pesce negli animali domestici è il trattamento delle artriti. Ci sono prove deboli negli umani che mostrino gli integratori di olio di pesce come trattamento aggiunto nei pazienti con artrite reumatoide, ma anche in generale non è un intervento ben supportato per artriti ossee degenerative. Ci sono stati molti studi sull'utilizzo dell'olio di pesce come terapia per le artriti ossee canine, e com'è comune per le ricerche sugli integratori alimentari, essi riportano per la maggior parte risultati negativi, ma si focalizzano successivamente su pochi ritrovamenti significativi, generalmente con misure soggettive, per concludere infine che questi studi diano prova di benefici tangibili. L'idea che l'olio di pesce come integratore possa avere pochi benefici per artriti feline e canine non è del tutto fuori questione, ma finora non vi sono prove che incoraggino questa teoria.

Probiotici

Mark Crislip ha eloquentemente fatto riferimento la teoria e la scienza dei probiotici per gli umani, e alla fine dei conti per quanto riguarda gli animali domestici sembrerebbe la stessa cosa. Comprendiamo molto poco riguardo all'importanza e alla complessità nell'ecologia del tratto gastrointestinale, su quanti batteri vi siano all'interno e che cosa facciano per noi. Quindi, mentre l'idea di influenzare la flora per restaurare o mantenere la nostra salute abbia un po' di senso, aggiungerci un po' di Lactobacillus nel mix e aspettarci maggiori effetti sembrerebbe un po' come "seminare un po' di semi d'erba nella foresta amazzonica e aspettarsi che vi cresca un campo da golf", come direbbe Mark Crislip.

Studi clinici sugli esseri umani hanno avvalorato l'esistenza di alcuni benefici per alcune condizioni, in particolari antibiotici associati alla diarrea, ma molte affermazioni riguardo ai prodotti probiotici, specialmente inerenti al mantenimento della salute o al potenziamento del sistema immunitario, rimangono non supportate da fatti. C'è meno ricerca sull'uso di probiotici per cani e gatti, ma alcuni studi incoraggianti mostrano un possibile beneficio di alcuni prodotti per diarree idiopatiche acute nei cani (ad es. qui e qui, analizzate nel dettaglio.)

Ci sono anche seri problemi per il controllo della qualità di un gran numero di probiotici ad uso veterinario. Un recente studio americano ha riportato come la maggior parte dei prodotti testati avesse etichette inaccurate, di cui molti prodotti non erano in realtà utilizzabili su tutte le specie e gli organismi che affermavano nelle indicazioni terapeutiche. Ci sono anche molti prodotti venduti con dichiarazioni di risultati del tutto ridicole e completamente non supportate dalle ricerche.

Quindi, in linea generale, l'idea dei probiotici come terapia per le malattie gastrointestinali sembra promettente, e ci sono alcuni iniziali suggerimenti di una loro effettiva utilità per trattare alcune condizioni. Ciononostante, questo ottimismo viene temperato dal limitato e preliminare sapere di cui disponiamo, riguardo l'ecologia dell'apparato intestinale, nonché dai miseri controlli della qualità e le dichiarazioni del tutto esagerate e ben poco scientifiche, che riguardano i prodotti probiotici.

Multivitaminici

I multivitaminici sono ampiamente pubblicizzati come una misura di prevenzione della salute, o come un'assicurazione contro una dieta nutrizionalmente imperfetta.

Come già discusso in passato da Harriet Hall, assumere multivitaminici è più una forma di psicoterapia autoindotta che una pratica preventiva in materia di salute. Un articolo del 2006 sulle prove ad oggi disponibili, così come studi più recenti, non supportano le rivendicazioni di benefici nella salute umana dagli integratori vitaminici, in caso di assenza di deficienze vitaminiche già confermate. Ed esistono circostanze in cui gli integratori vitaminici possono essere nocivi (per esempio nell'aumentare il rischio di cancro, interferendo con terapie contro il cancro, o addirittura aumentare la mortalità).

Come al solito, non ci sono ricerche applicate su cani e gatti. I cibi commerciali disponibili per animali domestici sono addirittura più nutrizionalmente bilanciati di quanto non siano i prodotti disponibili per gli esseri umani, e di conseguenza risulta ancora più difficile pensare che un multivitaminico potrebbe giovare a cani e gatti. Difatti, questo genere di integratori potrebbero facilmente portare ad un eccessivo, se non addirittura tossico, livello di vitamine solubili grasse o di alcuni minerali. Tuttavia, diete fatte in casa e a base di cibo crudo per animali, sono maggiormente inclini ad essere nutrizionalmente inadeguate, e di conseguenza integratori multivitaminici potrebbero essere consigliati.

Ciononostante, la morale della favola è che non esistono ricerche epidemiologiche o sperimentali di buona qualità che suggeriscano che le deficienze nella dieta siano comuni, o che la somministrazione di multivitaminici di animali apparentemente perfettamente sani abbia qualche scopo. E sono invece presenti prove che gli integratori possano essere anche dannosi (per esempio, il calcio nei cani di futura taglia grande).

La mancanza di prove potrebbe precludere un'affermazione definitiva riguardo questo tipo di integratori e sul loro essere non necessari e dannosi; ma rende comunque sicuro constatare come le dichiarazioni dei venditori di tali integratori siano completamente ingiustificati.

Lisina

La lisina è un amminoacido che si ipotizza essere utile nella prevenzione e nel trattamento delle infezioni di Herpes virus felini (FHV-1). Questo virus è estremamente comune, e molti gatti vi sono esposti e diventano infetti già da cuccioli. I sintomi clinici includono starnuti, congestione nasale e congiuntivite, e spaziano da leggeri e auto-limitanti fino a forme più gravi. Molti gatti riescono a superare l'infezione iniziale, ma altrettanti rimangono cronicamente infetti. Con la soppressione delle funzioni immunitarie causate da stress, medicine o malattie, il virus riemerge e causa di nuovo sintomi. Un piccolo sottogruppo di gatti potrebbe sviluppare sintomi continui e cronici associati a questa infezione. Sebbene la vaccinazione riduca la severità dei sintomi, essa non previene l'infezione.

La lisina si propone di interferire con la replicazione del virus FHV-1, bloccandogli l'assorbimento di un altro amminoacido, l'arginina. Ci sono preoccupazioni teoriche sul fatto che gli integratori di lisina potrebbero causare nei gatti la mancanza di arginina, ma studi sperimentali hanno suggerito che tale evenienza sia molto improbabile nella pratica. Sembra dunque che sia un metodo sicuro, ma funziona davvero?

Beh, forse. Per una volta, sono molti gli studi che sono stati condotti a riguardo, ma non c'è un modello chiaro e consistente nei risultati. Alcuni mostrano come l'integrazione via orale sia inefficace e potrebbe persino far peggiorare l'infezione (Drazenovich, 2009; Rees, 2008; Maggs, 2007). Altri sembrano dimostrare alcuni benefici (Maggs, 2003; Stiles, 2002).

Quindi, mentre la lisina sembra essere sicura ed esista un suo utilizzo plausibile, non vi sono conclusioni definitive e giustificabili sulla sua efficacia.

Cardo mariano

Cardo mariano

Il cardo mariano è un prodotto erbaceo che è largamente raccomandato e usato. Come la glucosamina, è un integratore che è balzato oltre il gap tra medicina convenzionale e alternativa. L'ingrediente attivo è una massa di componenti chiamata silimarina. Si sono svolte ricerche in vitro sulla silimarina, ed essa ha un'ampia gamma di potenziali utilità. Sembra in grado di interferire con agenti chimici pro-infiammazione, ha funzioni antiossidanti e potrebbe ostacolare col metabolismo di alcune sostante in componenti tossiche all'interno del fegato. Sembra che abbia anche effetti potenzialmente nocivi, inclusa l'intromissione col metabolismo di un numero di medicine e la stimolazione degli effetti di ormoni come gli estrogeni.

L'uso primario della silimarina negli umani è la protezione o il trattamento di danni al fegato causati da tossine e malattie infettive; migliorare la condizione diabetica e proteggere i reni dalle tossine. Nei cani e nei gatti l'uso primario è di non specifico "supporto" del fegato, senza bisogno di una particolare malattia in corso.

Negli umani gli studi clinici mostrano prove contrastanti. Un paio di studi hanno suggerito che essa riduca la resistenza dell'insulina nel diabete e che potrebbe abbassare il livello di grassi nel sangue. Un articolo di Cochrane che prendeva in esame 13 studi su un campione di 915 persone "non è stato in grado di provare effetti significativi del cardo mariano sulla mortalità o sulle complicazioni legate a malattie del fegato su pazienti alcolisti e/o con epatite B o C". Studi clinici di alta qualità hanno dato risultati negativi, mentre quelli di bassa qualità hanno evidenziato dei benefici.

Pochissime ricerche sono state condotte su cani e gatti. Uno studio clinico su 20 gatti a cui era stata somministrata l’acetaminofina, una tossina del fegato conosciuta, ha riportato come i gatti a cui era stata data una dose orale di silimarina non abbiano evidenziato un aumento del livello degli enzimi epatici, visto invece nei gatti a cui non era stato somministrato nulla. Uno studio simile è stato fatto sui cani, trovando delle differenze nell'aumento dei valori dei reni tra i cani curati con silimarina e quelli a cui non era stata data, anche se non esiste un modello completamente consistente.

Uno studio svolto nel 1978 dimostrò come cani a cui erano stati dati funghi velenosi per via orale e successivamente esposti a silimarina per via intravenosa non ebbero un aumento degli enzimi epatici, lo stesso che fu invece visto nei cani del gruppo di controllo.

Un altro studio del 1984 scoprì che il 30% dei cani nel gruppo di controllo morì, mentre invece tutti i cani a cui era stata somministrata silimarina insieme ai funghi tossici sopravvissero, senza riportare danni al fegato. Quali rilevanza questo abbia per il valore dell'integratore via orale non è tuttavia chiaro.

Per quanto riguarda i rischi, sembra che ce ne siano pochi. Nausea, diarrea, e altri effetti collaterali di tipo gastrointestinale sono visti qualche volta in umani e in animali, mentre reazioni allergiche sono state evidenziate negli umani.

Quindi in generale, le prove in vitro e di laboratorio negli animali indicano che sia plausibile che gli estratti di cardo mariano abbiano effetti benefici, anche se allo stesso modo potrebbero esservi effetti collaterali nocivi. Negli umani, gli studi clinici hanno portato prove deboli a favore dei benefici in alcune condizioni e nessuna prova di benefici in altre. Poche sono le ricerche sui cani e sui gatti, e apparentemente anche di scarsa qualità e senza controllo clinico.

Quindi, ancora una volta, i danni sembrano improbabili e i benefici possibili per alcune dosi e alcune forme di silimarina in alcune circostanze, ma non abbiamo sufficienti informazioni per descrivere razionalmente o sapere per certo se perfino in quei casi risulti effettivamente utile.

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S-adenosil metionina (SAM-e)

SAM-e è una sostanza chimica che si trova in tutto il corpo e ha affascinati varietà di funzioni in vivo ed effetti in vitro. Negli umani, è venduto per curare depressione, artriti e una gamma di altre patologie. Gli studi clinici sono risultati in prove contrastanti e generalmente non di alta qualità (per esempio, un articolo della Cochrane sulle artriti e le malattie epatiche dovute ad alcol, e un riassunto della Mayo Clinic su varie patologie).

Negli animali è principalmente pubblicizzata come protettore del fegato nel caso di danni causati da tossine, spesso in combinazione col cardo mariano, anche se il suo uso è spesso consigliato anche per le artriti e altre malattie. Mentre gli argomenti teorici a favore del suo utilizzo, specialmente nel caso di malattie del fegato, sono plausibili, non c'è davvero nessuna ricerca clinica che provi che questo composto abbia davvero dei benefici sui pazienti, quando dato come integratore via orale. C'è uno studio che non ha riscontrato benefici significativi nel prevenire i cambiamenti del fegato associati con l'uso di steroidi, e un caso registrato ha affermato alcuni benefici in un cane con avvelenamento da acetaminofene. Un altro caso clinico ha suggerito un possibile valore nel trattamento delle disfunzioni cognitive dei cani legate all'età. E nonostante quanto ampliamente questo integratore venga usato, e quanto oscillino le affermazioni fatte nel parlarne, questo è tutto ciò che se ne può dire al momento.

Enzimi digestivi

Le considerazioni fatte per gli integratori di enzimi digestivi sono spesso oscillanti e drammatiche, e possono farvi domandare come chiunque possa digerire il cibo senza di essi. L'argomento di cui di solito si parla è che questi enzimi esistono nei cibi crudi ma sono distrutti nella produzione dei cibi commerciali per animali, quindi se foste così sciocchi dal dare al vostro animale una dieta nutrizionalmente bilanciata e commerciale, dovreste dare ai vostri animali anche gli integratori, o qualcos'altro! Queste esagerazioni non supportate, qualche volta frutto di affermazioni mitiche riguardo alle diete a base di cibo crudo negli umani e nei cani è stata discussa in passato. Sono basati su convinzioni di fondamento sbagliate riguardo la fisiologia digestiva e la nutrizione, e non hanno senso.

Esseri umani in salute e cani sani hanno tutti gli enzimi di cui hanno bisogno per digerire efficacemente il cibo. Gli organi che producono questi enzimi non si stressano o si affaticano nel farlo poiché, dopotutto, è la loro naturale funzione. L'alimentazione commerciale e i suoi ingredienti costitutivi sono stati largamente testati per la digeribilità, e non c'è prova che qualche deficienza di enzimi in questi alimenti crei mancanze nutrizionali o specifici problemi di salute.

Oltre all'uso su soggetti sani, gli enzimi sono anche raccomandati per trattamenti contro il cancro, effetti antinfiammatori e per il trattamento di molte altre patologie. Nonostante gli studi occasionalmente pubblicati supportino queste raccomandazioni, spesso nelle riviste di "medicina integrativa" non vi sono prove clinicamente rilevanti e consistenti che dimostrino che negli umani gli enzimi digestivi siano una terapia efficace per altre patologie, oltre alla loro reale utilità in caso di deficienza di enzimi pancreatici. E ci sono prove che questo approccio possa essere inefficace, o addirittura nocivo.

Non c'è, sorpresa sorpresa, nessuna ricerca clinica sugli enzimi digestivi applicati a cani e gatti. Oltre all'insufficienza pancreatica, nella quale l'integrazione degli enzimi è spesso efficace, le affermazioni fatte a favore dell'uso degli integratori di enzimi sono basati soltanto su aneddoti, teorie o estrapolazioni da ricerche in vitro.

Coenzima Q10

Come la maggior parte degli integratori alimentari, il coenzima Q10, anche conosciuto come ubiquinone, è raccomandato per una larga gamma di patologie apparentemente non collegate. È consigliato negli umani per malattie cardiovascolari, Alzheimer, emicrania, diabete e molte altre malattie, così come tonicità generale e, ovviamente, l'inevitabile "potenziamento" del sistema immunitario. Nei cani e nei gatti è principalmente raccomandato per il trattamento o la prevenzione delle malattie cardiache e le disfunzioni cognitive legate all'età.

C'è tuttavia controversia riguardo ai molti usi raccomandati per gli umani, con studi clinici misti e generalmente di bassa qualità per molti di questi usi. E, come non avrete fatto difficoltà ad immaginare a questo punto, non ci sono ricerche affidabili riguardo all'uso sugli animali domestici. Un piccolo studio sperimentale ha fallito nel trovare prove della diminuzione dei livelli del Coenzima Q10 in cani con insufficienza cardiaca congestizia. Sembrano non esserci studi clinici per qualsiasi patologia specifica, e le raccomandazioni per questi integratori sono ancora una volta basate interamente su teorie, aneddoti, e ricerca preclinica o ricerche cliniche condotte su esseri umani.

Azodyl

Azodyl è una mistura di organismi probiotici e prebiotici brevettata (sostanze che intendono promuovere la crescita di batteri gastrointestinali che si suppone siano benefici) che è venduta per il trattamento di insufficienza renale in cani e gatti. La giustificazione teorica avanzata a supporto del suo uso è la "dialisi enterica", l'idea che tratti gastrointestinali popolati con batteri che fanno a pezzi alcuni degli scarti di nitrogeno, normalmente rimossi dal corpo attraverso i reni, possano abbassare i livelli di queste sostanze e migliorare i sintomi clinici dell'insufficienza renale. Mentre questa idea non è del tutto irragionevole, c'è da dire che essa soffra per la debolezza delle altre terapie probiotiche, nel senso che necessita di un'aggiunta lieve alla flora gastrointestinale per ottenere effetti fisiologici sistematici significativi, che potrebbero o meno essere possibili. In ogni caso, non è un concetto che è stato validato nell'uso pratico.

È stato pubblicato un singolo caso clinico del prodotto applicato sugli esseri umani, sponsorizzato dai produttori stessi. Questo ha identificato cambiamenti statisticamente significativi in uno su tre delle misurazioni di laboratorio, e ha significato un'affermazione soggettiva dei sintomi clinici. Una serie incontrollata di casi alla luce del sole in 7 gatti ha riportato piccoli cambiamenti nei valori di laboratorio in 6 dei soggetti. E una similare piccolo studio in vitro e nei ratti e nei maiali nani, ancora una volta promossa dai produttori stessi, ha riportato alcuni miglioramenti in alcuni valori delle malattie renali.

In linea generale, la teoria è possibile, ma ha una incerta plausibilità nel mondo reale, e le prove cliniche sono limitati e altamente vulnerabili alla biologia, in termini di metodo e fonti della ricerca.

In conclusione

Quindi, per rispondere alla domanda iniziale, questi integratori popolari funzionano? Beh, la glucosamina quasi certamente non funziona, e le motivazioni a favore dei multivitaminici e degli enzimi digestivi sono estremamente deboli. L'olio di pesce tenderebbe ad avere benefici per le allergie, ma non permette una conclusione definitiva se si parla di artriti, anche se i primi studi clinici ad uso veterinario sembrano promettenti. I probiotici sono una promessa per la ricerca, e ci sono prove ragionevoli che sostengano l'esistenza di qualche beneficio nelle diarree idiopatiche acute, ma, cosa più importante, non sono ancora pronti per il fischio d'inizio. Lisina, SAM-e, Cardo Mariano e il Coenzima Q10 hanno tutti ragionevoli fondamenta teoriche basate su ricerche precliniche, e nessuno di questi può contare su prove cliniche adeguate ad arrivare a conclusioni ferme e definitive.

Veterinari e padroni di animali dovrebbero quindi affidarsi a questi prodotti? La decisione se prendere o meno in considerazione un particolare trattamento medico è sempre una questione di bilanciare l'urgenza di agire coi rischi e i benefici della terapia, e sempre nel contesto delle limitazioni date dalle informazioni disponibili. Nei casi in cui sia altamente improbabile che la terapia giovi, come con la glucosamina, non esiste alcun motivo razionale per ricorrere all'uso, anche se non nociva, e le risorse sprecate in questo tipo di trattamenti potrebbero essere investite in terapie più plausibili o ricerche per trovare trattamenti migliori.

Nei casi in cui ci sia una plausibile ragione teorica ma prove cliniche inadeguate per arrivare ad una conclusione definitiva, sono personalmente riluttante nel raccomandare l'uso di tali integratori, perché di fronte a questo tipo di incertezza siamo nella condizione di fare male quanto bene. Per esempio, prodotti con il Cardo Mariano e la combinazione SAM-e e Cardo Marano sembrano indurre abbastanza frequentemente una perdita di appetito in gatti e cani, almeno nella mia esperienza, e sono di solito dati a pazienti molto malati e già sottoposti a molte altre medicine. Quindi, in assenza di prove più forti a favore dei benefici, sembra imprudente utilizzarli regolarmente. Comunque, in casi urgenti dove non ci sia una terapia valida a disposizione e le circostanze cliniche siano disperate, non posso condannare nessuno per essersi aggrappato alle ultime speranze, e lo avrei di certo fatto anche io.

E, ovviamente, se c'è l'ombra di una teoria razionale e qualche prova clinica alle spalle, come nel caso dell'olio di pesce per le allergie e i probiotici per le diarree acute senza complicazioni, l'uso di tali integratori sembra perfettamente ragionevole. Dobbiamo stare attenti a non lasciare che la perfezione diventi nemica del bene, e nel campo delle medicine a scopo veterinario, dove la quantità e la qualità delle prove scientifiche saranno meno che ottimali, siamo giustificati a provare cose che sembrano giustificabili, sebbene non sorrette da studi clinici, se le circostanze lo permettono.

Di certo il marketing promuoveva questi integratori dicendo che andassero meglio di quanto sarebbe possibile giustificare con qualsiasi studio clinico, ed è quasi universalmente riconosciuto che è difficile affidarvisi. Analogamente, i testimoni e gli aneddoti riguardo i loro effetti, che provengano da pazienti, padroni di animali, veterinari o premi Nobel, sono solo racconti con quasi nessuno scopo probativo. E siccome quasi tutte le buone idee in medicina ultimamente falliscono nel diventare reale, come effettive terapie cliniche, è probabile che molti di questi prodotti, anche di quelli più ragionati e plausibili, finiranno col non essere utili o con l'avere rischi nascosti.

Senza prove adeguato a supporto e senza un efficace controllo della qualità, regolazione e sorveglianza post-vendita, non potremo mai essere sicuri e non arrecare danni ai nostri pazienti utilizzandoli.

Comunque, è anche possibile che alcuni di questi prodotti sopravviveranno al rigore della reale analisi scientifica, e se soggetti ad essa, potrebbero addirittura rivelarsi come terapie davvero utili. E nel frattempo, potrebbe essere sensato usarli se le prove esistenti e i bisogni clinici del caso particolare in questione siano sufficiente a giustificarne l'uso.

Barbara Lombardi dott.ssa Barbara Lombardi

Barbara Lombardi è una veterinaria nonché scrittrice freelance specializzata sul tema della salute e del benessere degli animali domestici. Amante appassionato di cani e gatti, Barbara ha una grande esperienza nella scrittura di articoli sulla cura dei nostri amici animali.

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